L’uomo di Neanderthal scuola primaria

Se siete dei docenti o degli alunni della scuola primaria e state cercando un approfondimento sull’Uomo di Neanderthal, siete nel posto giusto!

All’interno dell’articolo troverete non solo numerose informazioni sull’argomento (aggiornate alle ultime scoperte) e diversi link ad altri articoli correlati, ma anche alcuni video esplicativi molto interessanti.

L’Uomo di Neanderthal (Homo Neanderthalensis)  è un ominide molto simile all’Homo sapiens che visse durante le glaciazioni, in un periodo compreso tra i 200.000 e i 30.000 anni fa.

Visse soprattutto in Europa, Italia compresa, ma anche in Asia Occidentale, con una massima diffusione tra gli 80 e i 40.000 anni fa.

L’Uomo di Neanderthal  deve il suo nome alla località in cui furono ritrovati i primi resti fossili (nel 1856): una grotta nella valle del Neander in Germania.

Per un certo periodo visse contemporaneamente all’Homo Sapiens, con il quale condivideva lo stesso sistema di vita basato sulla caccia e sulla raccolta.

Poi scomparve in un tempo relativamente breve, evento che costituisce un enigma scientifico oggi attivamente studiato.

L’aspetto  fisico dell’UOMO DI NEANDERtHAL

uomo di Neanderthal aspetto fisico
Wikimedia, Photaro ,  CC BY-SA 3.0

L’uomo di Neanderthal non era molto alto (150-160 cm.) e aveva arti relativamente corti per evitare la dispersione del calore corporeo.

Le braccia erano robuste, le gambe massicce con femori arcuati, adatte a percorrere grandi distanze.

Il cranio era grande, allungato nella zona occipitale e conteneva un cervello più sviluppato rispetto agli altri ominidi.

Aveva la faccia molto grande e leggermente prognata, la fronte sfuggente e le arcate sopraccigliari pronunciate.

Il naso era grosso, con narici larghe per riscaldare e umidificare l’aria fredda e secca che respirava.

Era dotato di potenti mascelle e di arcate dentarie spostate in avanti  probabilmente perché  usava i denti come strumenti di lavoro, per lavorare e tagliare le pelli.

Le loro mani erano dotate di grande forza di presa, ma anche di abilità nel manipolare e costruire oggetti.

Uomo di Neanderthal aspetto
Foto di sgrunden da Pixabay

COME VIVEVA l’uomo di Neanderthal 

Gli uomini di Neanderthal vivevano soprattutto in caverne o grotte fredde e umide riscaldate da focolari che rimanevano sempre accesi.

Queste abitazioni li proteggevano dagli agenti atmosferici, dagli attacchi dei predatori (lupi, orsi…) e offrivano la possibilità di accumulare provviste.

Nei periodi più miti vivevano in  accampamenti di  capanne costruite con ossa e pelli di animali uccisi durante la caccia.

Erano nomadi: si spostavano durante l’anno seguendo gli spostamenti delle mandrie di animali.

Questi uomini vivevano in gruppi poco numerosi, ma ben organizzati, dove ognuno aveva il suo compito.

Gli uomini più giovani e forti cacciavano provvedendo al sostentamento di tutto il gruppo, mentre gli anziani custodivano e tramandavano il sapere.

Le donne provvedevano alla raccolta, alimentavano e custodivano il fuoco che avevano imparato ad accendere.

Inoltre si prendevano cura dei bambini e dei membri anziani o malati del gruppo.

Uomo di Neanderthal vita di gruppo
Foto di David Mark da Pixabay
L’uomo di Neanderthal era un abile cacciatore

I Neanderthal vivevano in terre dal clima molto freddo, con vaste zone ricoperte dai ghiacci e dalle nevi, ricche di foreste conifere abitate da animali abituati al grande freddo.

Non trovando sufficienti frutti, erbe o radici da mangiare, si dedicarono soprattutto alla caccia di grandi animali  come il mammut, il rinoceronte lanoso, il bue muschiato e l’orso delle caverne.

Tuttavia si accontentavano anche di animali più piccoli come stambecchi, cervi, cavalli o lepri.

Questi animali, oltre a una buona riserva di carne, gli fornivano pellicce per proteggersi dal freddo e ossa per costruire utensili e capanne.

I Neanderthal perfezionarono diverse strategie di caccia caratterizzate non solo da incontri ravvicinati, ma anche da attacchi a distanza.

Secondo i risultati di uno studio condotto sulle “lance di Schöningen” (un set di 10 lance da caccia) gli uomini di Neanderthal erano capaci di colpire e uccidere la preda da una distanza di 20 metri.

Per catturare grandi animali i Neanderthaliani cacciavano in gruppo spingendo le loro prede in crepacci o in grandi trappole che avevano precedentemente scavato.

Coppia di Neanderthal
Frank Vincentz (montaggio: Abuk SABUK) / CC BY-SA 3.0, wikipedia
Un abile artigiano

Il Neanderthal era molto abile nello scheggiare la selce che lavorava sia battendo una pietra contro l’altra, sia usando un pezzo di legno per togliere le schegge e renderla più affilata.

Sapeva anche utilizzare le ossa e le corna degli animali per realizzare armi e utensili molto efficienti,  per esempio: pugnali e lunghe lance, raschiatoi per sgrassare e raschiare le pelli degli animali uccisi.

Per la costruzione di alcuni strumenti, come lance e pugnali, usava anche una sostanza catramosa da impiegare come “colla” che otteneva scaldando sul fuoco il legno di betulla. 

Con la pelle degli animali che cacciava realizzava indumenti e calzature, sacchi dove raccogliere utensili e cibo o degli otri per l’acqua.

Neanderthal lavora la pelle
Pubblico dominio

Recentemente (2019) gli studiosi hanno scoperto che l’Uomo di Neanderthal sapeva anche intrecciare le fibre naturali.

Nel sito archeologico di Abri du Maras, in Francia, è stato rinvenuto un frammento di corda intrecciata lungo meno di un centimetro attaccato a uno strumento di pietra.

Per saperne di più leggi l’articolo : Anche i Neanderthal sapevano lavorare le fibre naturali (e non solo i Sapiens).

Raccoglitore e pescatore

I Neanderthal raccoglievano anche le pigne mature dai rami più alti dei pini domestici, per conservarle nelle grotte.

Quando avevano bisogno di cibo, le avvicinavano al fuoco per aprirle ed estrarne i pinoli. 

Recentemente  un gruppo di  archeologi ha scoperto che la loro dieta  non si basava solo sulla selvaggina cacciata sulla terraferma, ma  comprendeva anche cibi di origine marina.

Nella grotta di Figueira Brava, in Portogallo, sono venuti alla luce  resti di pesci, molluschi e crostacei (orate, cefali, granchi, vongole e cozze cotti alla brace), ossa di uccelli marini (germani reali, oche, cormorani) e di mammiferi acquatici (delfini e foche).

Il cibo del mare, come sappiamo, è ricco di acidi grassi essenziali omega-3 e altri acidi grassi che promuovono lo sviluppo del tessuto cerebrale.

Il consumo abituale dei frutti del mare ha avuto quindi un ruolo importante nello sviluppo delle capacità cognitive sia dei Neanderthal che dei Sapiens.

Per catturare queste prede probabilmente  usavano giavellotti con punta in selce scheggiata o strumenti in legno e fibre vegetali.

Per maggiori informazioni leggi l’articolo: “Molluschi, foche e pinoli: in una grotta il menu di Neanderthal”

L’uomo di Neanderthal seppelliva i morti e aveva una forma di religiosità

Sembra che gli uomini di Neanderthal siano stati i primi a seppellire i loro morti, dando inizio alle prime pratiche religiose legate al rituale funebre e al culto dei morti.

In diverse località, sono stati rinvenuti scheletri quasi intatti, sepolti in tombe circolari o rettangolari scavate sul fondo delle grotte.

Il defunto era posto in posizione rannicchiata e accompagnato da offerte di cibo e fiori e dagli oggetti che usava in vita, come armi e utensili.

Il fatto di seppellire i morti è molto importante perché significa che il Neanderthal era capace di immaginare.

Si chiedeva cosa ci sia dopo la morte e immaginava un aldilà, un’altra vita dove i defunti possono risvegliarsi e usare di nuovo le proprie cose.

Si pensa che l’uomo di Neanderthal credesse nella presenza degli spiriti degli animali: in molte caverne da lui abitate sono stati ritrovati crani di orso deposti, a volte, su delle specie di “altari”.

L’orso era una specie di divinità che probabilmente rappresentava le forze minacciose della natura. Gli uomini di Neanderthal credevano che con i crani e le ossa dei feroci orsi delle caverne, si potessero fare magie per scongiurare il male. Il culto dei crani poteva essere legato anche alla convinzione che fosse necessario impedire al morto di tornare tra i vivi tagliandogli la testa.

L’uomo di Neanderthal curava i malati e gli anziani

Nel sito archeologico di La Chapelle-aux-Saints,  sono stati  portati alla luce i resti di un adulto e due bambini, insieme a quelli di alcuni animali.

Le ossa dei resti animali presentano i segni di un corpo  lasciato esposto alle intemperie: morsi di bestie che si nutrono di carcasse e la lenta levigatura causata dalle piogge.

I resti dei Neanderthal invece ne sono privi, il che indica che i corpi furono sepolti dopo la morte.

Ma questi resti mostrano anche un’altro interessante dettaglio.

Lo scheletro scoperto, infatti, è quasi del tutto privo di denti e presenta danni alla schiena tali da rendere difficile la deambulazione.

Probabilmente i membri del suo gruppo avevano dovuto prendersi cura di lui anche da vivo. Ciò significa che i Neanderthal aiutavano e curavano gli anziani.

La prova che i Neanderthal fossero in grado di curare anche le ferite è evidente in un teschio di 36.000 anni fa scoperto in Francia a Saint Césaire.

L’uomo, con una lesione provocata da un arma da taglio, riuscì a sopravvivere per qualche mese grazie alle sapienti cure ricevute.

L’Uomo di Neanderthal si prendeva quindi cura dei malati e dei più deboli.

Possiamo perciò dire che conosceva la solidarietà, riconosceva l’importanza del gruppo e la esprimeva attraverso l’aiuto reciproco.

L’uomo di Neanderthal si ornava e sapeva dipingere

Il Neanderthal, già 44.000 anni fa, si ornava con penne di volatili, selezionando le migliori per grandezza e bellezza, probabilmente per esibire potere e autorità. E lo faceva ancor prima del Sapiens.

Nella  grotta di Fumane (Verona) infatti, sono state rinvenute numerose tracce di distacco di ali e di singole penne su uccelli rapaci (avvoltoi e falchi) per un uso esclusivamente ornamentale.

I rapaci infatti non sono comunemente destinati al fabbisogno alimentare.

Il pensiero simbolico dei Neanderthal è stato anche confermato dal ritrovamento di gioielli fatti con denti di animali o conchiglie e di pigmenti usati per dipingere il corpo e le pareti delle caverne.

Recentemente,  in tre grotte spagnole, sono state ritrovate delle pitture rupestri risalenti a 65.000 anni fa, periodo in cui i Sapiens non erano ancora presenti in Europa.

Ciò dimostra che i Neanderthaliani avevano iniziato a raffigurare il mondo che li circondava almeno  20.000 anni prima di noi.

Sapeva parlare e comunicare

I Neanderthal non grugnivano come in certe caricature, ma avevano tutto ciò che serve per poter parlare.

Recenti studi hanno dimostrato che l’apparato fonatorio dei Neanderthal era molto simile al nostro, per cui erano perfettamente in grado di emettere suoni.

Un corto registro vocale, costole enormi, un’ampia cavità nasale e un grosso cranio producevano un suono acutissimo.

Sicuramente comunicavano tra di loro mediante una forma di linguaggio adatta alla vita sociale che avevano sviluppato, emettendo alcune vocali ed associando particolari suoni a determinate cose o azioni. 

L’uomo di Neanderthal era più evoluto di quanto si pensasse

Oggi le informazioni contenute nelle ossa, nei reperti archeologici e persino nei geni dimostrano che i neanderthaliani non erano affatto dei bruti.

Erano cacciatori e raccoglitori, seppellivano i morti, assistevano gli invalidi, dipingevano i loro rifugi, si adornavano il corpo con pigmenti, conchiglie e piume di uccelli.

Tutte i ritrovamenti  confermano che il livello di intelligenza dell’uomo di Neanderthal è paragonabile a quella dell’Homo sapiens.

Non dobbiamo perciò figurarceli come un anello che ci ha preceduto nella catena dell’evoluzione (l’evoluzione non è una catena).

Sono una specie sorella, che si è evoluta da antenati comuni, parallelamente alla nostra, per poi rimescolarsi almeno saltuariamente con i sapiens.

A questo punto vi consiglio di guardare questo bellissimo video sull’uomo di Neanderthal  tratto da La grande storia dell’uomo di Piero e Alberto Angela molto adatto alla scuola primaria,anche se un po’ datato.

Uomo di Neanderthal: Un’estinzione misteriosa

Nonostante decine di fossili e centinaia di strumenti di pietra, non sappiamo ancora con precisione quali fossero i rapporti  tra la nostra specie e l’uomo di Neanderthal, né per quali motivi si siano estinti.

Non è ancora stata stabilita la causa dell’estinzione dell’Homo di Neanderthal, ma è probabile che la sostituzione di una specie con l’altra probabilmente non sia stata  improvvisa e drammatica.

Non ci sono stati, per quel che si sa, massacri e genocidi da parte della nostra specie.

Che si sia trattato di un processo lungo lo dimostra il fatto che in totale il periodo di sovrapposizione tra le due specie è stato quantificato in circa 2.600-5.400 anni.

Parecchie generazioni, che hanno consentito alle due specie di incontrarsi e forse, secondo le ultime ricerche, di arrivare a uno scambio di idee, cultura e di geni.

Tante possibili cause

Una delle cause possibili dell’estinzione dell’ominide potrebbe essere la scarsa varietà genetica.

La popolazione dell’uomo di Neanderthal era molto ridotta rispetto ai sapiens (70-100 mila persone), quindi si riproducevano all’interno del medesimo gruppo, tra consanguinei.

La scarsa varietà genetica li avrebbe resi più fragili e avrebbe ridotto la loro capacità riproduttiva.

Grazie alle ricerche dei genetisti, che hanno analizzato il DNA dei due gruppi, oggi sappiamo che i sapiens e i Neanderthal si unirono dando vita a prole feconda.

I Sapiens soppiantarono quindi i Neanderthal per ibridazione.

Le tracce di questi incroci sono evidenti nel DNA dei moderni europei.

Secondo un’altra ricerca fu la poca socievolezza dei Neanderthal e la maggiore capacità organizzativa dei Sapiens a determinarne l’estinzione.

Per alcuni autori si sarebbero estinti a causa di malattie e infezioni di cui l’Homo Sapiens era portatore e che il sistema immunitario del Neanderthal non era in grado di combattere.

Al contrario, l’umano stava sviluppando l’immunità a queste malattie di origine tropicale.

La teoria dei campi magnetici

Secondo uno studio pubblicato quest’anno, la causa dell’estinzione dell’uomo di Neanderthal sarebbe  l’Evento di Laschamp: un periodo di 2000 anni in cui ci fu un crollo del campo magnetico terrestre e un aumento delle radiazioni ultraviolette.

Riuscì a sopravvivere solo la specie dei Sapiens che possedeva la variante genetica di una proteina sensibile ai raggi ultravioletti in grado di proteggerli.

uomo di Neanderthal scuola primaria: un video per approfondire