Oggi vi propongo una raccolta di testi sul Carnevale per la scuola primaria che ho selezionato e illustrato appositamente per voi.
Carnevale infatti è uno dei periodi dell’anno preferiti dai bambini perché rappresenta un’occasione per travestirsi e fare festa con i compagni di classe a scuola, ma anche con gli amici e in famiglia.
Inoltre questa festa, contrariamente ad Halloween, fa parte della nostra cultura da secoli, per questo credo sia importante mantenerne viva la tradizione, trasmettendo ai bambini l’amore per questa ricorrenza, ma anche il suo significato più profondo.
Spero quindi che la loro lettura sia uno spunto per iniziare una riflessione sulle nostre radici culturali, e per recuperare una tradizione che sta perdendo via via significato e che non va dimenticata.
In aggiunta vi propongo anche questo simpatico video di Mela Music.
In questo modo potrete animare la lezione introducendola con questa canzoncina, creando così un clima disteso e coinvolgente, oppure, se preferite iniziare dai testi, potrete utilizzare questo bel video per concludere la lezione in maniera simpatica e divertente!
Infine vi ricordo che, come al solito, in fondo all’articolo troverete i pdf da scaricare e stampare liberamente.
Testi carnevale scuola primaria: poesie e filastrocche
Carnevale
Carnevale vecchio e pazzo
s’è venduto il materasso
per comprare pane e vino
tarallucci e cotechino.
E mangiando a crepapelle
la montagna di frittelle
gli è cresciuto un gran pancione
che somiglia ad un pallone.
Beve e beve e all’improvviso
gli diventa rosso il viso
poi gli scoppia anche la pancia
mentre ancora mangia, mangia…
Così muore carnevale
e gli fanno il funerale
dalla polvere era nato
ed in polvere è tornato.
di Gabriele D’Annunzio
Carnevale
Carnevale in filastrocca,
con la maschera sulla bocca,
con la maschera sugli occhi,
con le toppe sui ginocchi:
sono le toppe d’Arlecchino,
vestito di carta, poverino.
Pulcinella è grosso e bianco,
e Pierrot fa il saltimbanco.
Pantalon dei Bisognosi-
Colombina, – dice, – mi sposi?
Gianduia lecca un cioccolatino
e non ne da niente a Meneghino,
mentre Gioppino col suo randello
mena botte a Stenterello.
Per fortuna il dottor Balanzone
gli fa una bella medicazione,
poi lo consola: – E’carnevale,
e ogni scherzo per oggi vale.
di Gianni Rodari
Carnevale viene
Viva viva Carnevale
che fischiando
saltellando
tintinnando
viene avanti e non fa male,
con i sacchi pien di zeppi
di coriandoli e confetti,
di burlette e di sberleffi,
di dispetti,
di vestiti a fogge strane,
di lucenti durlindane,
di suonate,
di ballate;
di graziose cavatine,
di trovate birichine.
Viva viva Carnevale
con le belle mascherine.
Di M. Giusti
Il vestito di Arlecchino
Per fare un vestito ad Arlecchino
ci mise una toppa Meneghino:
ne mise un’altra Pulcinella,
una Gianduia, una Brighella.
Pantalone, vecchio pidocchio,
ci mise uno strappo sul ginocchio,
e Stenterello, largo di mano,
qualche macchia di vino toscano.
Colombina che lo cucì
fece un vestito stretto così.
Arlecchino lo mise lo stesso,
ma ci stava un tantino perplesso.
Disse allora Balanzone,
bolognese dottorone:
“Ti assicuro e te lo giuro
che ti andrà bene il mese venturo
se osserverai la mia ricetta:
un giorno digiuno e l’altro bolletta.”
Di G. Rodari
Le stelle filanti
Perché si chiamano stelle filanti?
Non sono mica stelline del cielo?
Ma sono strisce a colori sgargianti,
fatte di carta che pare di velo.
Sembran piuttosto festoni gettati
da casa a casa, da pianta a pianta;
collane, dondoli colorati,
dove il vento ci balla e ci canta.
Poi, le notti di luna piena
un raggio d’oro ci fa l’altalena.
Di Mario Lodi.
Carnevale
Viva i coriandoli di Carnevale,
bombe di carta che non fan male!
Van per le strade in gaia compagnia
i guerrieri dell’allegria:
si sparano in faccia risate
scacciapensieri,
si fanno prigionieri
con le stelle filanti colorate.
Non servono infermieri
perché i feriti guariscono
con una caramella.
Guida l’assalto, a passo di tarantella,
il generale in capo Pulcinella.
Cessata la battaglia, tutti a nanna.
Sul guanciale
spicca come una medaglia
un coriandolo di Carnevale.
di G. Rodari
Il gioco dei “se”
Se comandasse Arlecchino
il cielo sai come lo vuole?
A toppe di cento colori
cucite con un raggio di sole.
Se Gianduia diventasse
ministro dello Stato
farebbe le case di zucchero
con le porte di cioccolato.
Se comandasse Pulcinella
la legge sarebbe questa:
a chi ha brutti pensieri
sia data una nuova testa.
Di G. Rodari
Testi sul carnevale per la scuola primaria di vario tipo
Leggende
La leggenda di Arlecchino
C’era una volta un bambino molto povero che si chiamava Arlecchino e viveva con la sua mamma in una misera casetta.
Arlecchino andava a scuola e, per Carnevale, la maestra organizzò una bella festa e propose a tutti i bambini della scuola di vestirsi in maschera. I bambini accolsero l’idea con molto entusiasmo: descrivevano i loro vestiti coloratissimi e bellissimi. Soltanto Arlecchino, solo, in disparte, non partecipava all’entusiasmo generale; zitto zitto, in un angolino, sapeva che la sua mamma era povera e non avrebbe mai potuto comprargli un costume per quell’occasione!
Ma agli altri bimbi dispiacque vedere Arlecchino tanto triste, così ciascuno di loro decise di portare alla mamma di Arlecchino un pezzetto di stoffa avanzata dai loro costumi colorati. La mamma lavorò tutta la notte, cucì fra loro tutti i pezzi diversi e ne fece un abito. Al mattino Arlecchino trovò un bellissimo abito di tanti colori diversi………(Puoi continuare la lettura scaricando il PDF sotto)
Dal Web
La leggenda di Re Carnevale
Secondo la leggenda, Carnevale non solo era un re molto ricco e potente, ma era anche molto generoso.
Le porte del suo palazzo infatti, non venivano mai chiuse e chiunque poteva entrare nelle cucine e mangiare tutti i piatti prelibati preparati dai cuochi.
Ma i suoi sudditi, anziché essere grati per la generosità del loro re, a poco a poco cominciarono ad approfittarsene e a mancargli di rispetto. Lo deridevano così tanto che il povero Re non usciva più dal palazzo per timore di essere preso in giro. Allora si ritirò nelle cucine dove passava il tempo a bere e a mangiare. Così diventò grasso come un pallone, con il volto paonazzo e il ventre gonfio.
Un sabato però, dopo aver mangiato più del solito, si sentì terribilmente male e sentì che stava per morire. Capì che la sua ingordigia lo aveva rovinato, ma nonostante tutto non era pentito della vita allegra che aveva condotto, era soltanto dispiaciuto di doversene andare solo e abbandonato da tutti. (Scarica il pdf che trovi più in basso per continuare a leggere)
Dal web
Testo informativo:
Il Carnevale di Venezia
Il Carnevale di Venezia è, insieme a quello brasiliano di Rio De Janeiro, probabilmente il carnevale più famoso al mondo.
Le sue origini sono antichissime: la prima testimonianza risale ad un documento del 1094 in cui viene usato per la prima volta il vocabolo Carnevale. Un tempo il Carnevale veneziano cominciava la prima domenica di ottobre e finiva nei giorni che precedevano la Quaresima.
In questo periodo veniva concesso alla popolazione, soprattutto alle classi sociali più povere, un periodo dedicato interamente al divertimento e ai festeggiamenti, durante il quale i veneziani e i forestieri si riunivano per far festa con scherzi, canti e balli.
( Per continuare a leggere scaricare il PDF che si trova più sotto).
Le informazioni sul Carnevale di Venezia sono tratte da Wikipedia, se vuoi leggere l’articolo completo clicca qui
Racconto:
Il costume di Giulio
“Mamma, mamma – urla Giulio rientrando a casa da scuola – la maestra ha detto che domani faremo una festa di Carnevale!” , “Bellissima idea – risponde la mamma – hai già deciso da che cosa di travestirai?”. “Da pagliaccio!” e così dicendo corre in cameretta a rovistare tra le sue cose.
Mentre è impegnato a tirare fuori dall’armadio vecchie giacche, camicie, calzini borbotta: “Questo sì, questo no, questo potrebbe andare…, uffa! Ma dov’è la mia parrucca!”.
Tutto agitato corre in cucina e tira la mamma per la maglia: “Mamma, dove hai messo la mia parrucca azzurra che ho usato per Halloween?”. “Nello scatolone in fondo all’armadio” – risponde la mamma. Giulio cerca nello scatolone, ma la parrucca non c’è. Allora mette a soqquadro la camera, ma della parrucca azzurra nessuna traccia.
(Per leggere tutta la storia scaricare il PDF in basso)
Scarica il PDF Carnevale di G. D’Annunzio
Clicca e scarica Carnevale di Rodari
Per scaricare clicca qui Carnevale Rodari
Cliccare qui per scaricare Carnevale viene
Per scaricare cliccare qui Il vestito di Arlecchino Rodari
Se vuoi scaricare clicca qui Il gioco dei se Rodari
Scarica e stampa Le stelle filanti
Il costume di Giulio clicca e stampa.
Clicca e stampa Il Carnevale di Venezia
Spero che questa raccolta di testi sul carnevale dedicati ai bambini della scuola primaria vi siano stati utili, ma soprattutto che siano piaciuti ai vostri alunni.
Infine, che ne dite di completare il vostro lavoro facendo realizzare una bella maschera di Carnevale da indossare o da incollare nel quaderno?
Allora, se l’idea vi piace, visitate questa pagina, troverete sicuramente quelle più adatte alla vostra classe “66 Maschere di Carnevale da colorare” .
A questo punto, per concludere, non mi resta che augurare buon lavoro e buon divertimento a tutti!